Pensiamo che per raggiungere i nostri obiettivi dobbiamo essere costantemente in modalità performance: migliorare, aumentare, fare di più.
Alla modalità performance si aggiunge lo stress e la stanchezza dei compiti giornalieri per mandare avanti la baracca.
Quando lavoravo in azienda ho spinto me stessa a livelli di energia estremamente bassi e un grado di disconnessione da me stessa profondo, non sapevo più cosa volevo, di cosa avevo bisogno. Mi ero dimenticata di permettermi di stare, spinta dal desiderio di fare e raggiungere.
Sottostiamo a scadenze e ritmi completamente dis-regolati rispetto alla nostra energia vitale.
Uno dei regali che mi ha fatto lo yoga è di aumentare la mia sensibilità verso il riconoscimento della mia energia vitale, il mio prana, momento per momento, giorno per giorno.
Ora me lo ricordo, il mio corpo se lo ricorda e io lo ascolto.
Va bene rimanere per un periodo limitato a bassi livelli di energia, ma so che è necessario uscirne presto. Non possiamo raggiungere alcun obiettivo e nemmeno pensare di performare come vorremmo se non troviamo e seguiamo il nostro ritmo.
Molte persone non capiscono l’importanza del proprio ritmo e finiscono per essere stanche, frustrate, impazienti.
Ora mi fermo, mi chiedo dove sono arrivata e se la fatica è servita a crescere o è necessario cambiare qualcosa.
Nella filosofia dello yoga si parla di Sthira e Sukham in riferimento a come dovrebbe essere ogni posizione (asana).
Sthira: stabilità, forza, intenzione
Sukham: comfort, gioia, sensazione di apertura e fluidità/facilità
In ogni posizione yoga si dovrebbe intenzionalmente ricercare il giusto equilibrio tra la fatica e il comfort.
Quando entri in una posizione sai che stai facendo esperienza Sthira quando senti i tuoi muscoli coinvolti, ti senti forte e stabile e il tuo respiro ha un ritmo regolare che accompagna il movimento, la tua mente osserva presente. Diventa fondamentale entrare nelle posizioni con intenzione e presenza, coinvolgere i muscoli, uscire e rientrare nella posizione per trovare il giusto allineamento (per il tuo corpo, non giusto o sbagliato in generale).
Sukham entra in gioco quando sentiamo che abbiamo imparato a lasciare andare, accade quando diventiamo sempre più in contatto con noi stessi e i nostri bisogni.
Siamo, calmi e non sentiamo la necessità di spingere oltre e abbandoniamo il controllo dei muscoli.
Coinvolge quella parte di noi che conosce il nostro limite.
La mente è calma, concentrata, spaziosa e l’energia fluisce liberamente e pienamente.
Nello stesso modo in cui esploriamo i due opposti sul tappetino, dobbiamo farlo nella vita di tutti i giorni.
La mente è progettata per mantenerci sempre in tensione. La preoccupazione per la presentazione o il colloquio di domani, ansia per l’incertezza di quello ci aspetta.
Il corpo invece si trova sempre nel presente; torna nel presente con la mente.
Con la pratica potresti capire quali sono i tuoi pattern ricorrenti, magari hai la tendenza a lavorare molto, sei attivo, stressato, ansioso, hai difficoltà a stare, senti la necessità di fare, fare, fare. In quel caso potrebbe aiutarti la pratica di Yin Yoga, meditazioni, Yoga Nidra, esercizi di respirazione calmanti.
Oppure ti muovi con facilità con il flusso, sei sempre aperto alle novità e al cambiamento, ma hai difficoltà a portare a termine dei compiti di routine.
In quel caso è perfetta una pratica di Vinyasa yoga, Power yoga o anche Ashtanga, con cui costruirai forza, stabilità e struttura.
Ricorda che non ci sono schemi e caselle definite, potresti trovarti in un momento in cui prevale una forza e in un altro momento prevale l’altra.
Può cambiare con le stagioni, con il momento della vita, con il periodo del mese.
La cosa importante è imparare ad ascoltare te stesso in ogni dato momento sul tappetino e fuori e dare a te stesso la pratica di cui hai bisogno per equilibrare le forze in gioco, invece che rispondere ad una struttura esterna.
Se impari ad ascoltare te stesso saprai perfettamente a quale ritmo condurre ogni giornata.
Fai un breve esercizio di rilassamento disteso in Shavasana per spezzare la giornata.
Stacca gli occhi dal lavoro e fai tre respiri completi, profondi e consapevoli.
Stai nella natura appena possibile. Connetti mente, respiro e corpo di nuovo al ritmo della natura.
Fonti e risorse:
Con fiducia
Silvia, la tua insegnante di vinyasa yoga
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